mercoledì 28 novembre 2007

Cavi Quad a bassa capacità (300 euro) contro cavi rosso-nero (meno di un euro)

I cavi fanno la differenza?

Un ricercatore non lo sa, e fa un esperimento per capire se questa differenza esiste o meno.

In questo caso specifico abbiamo preso una coppia di cavi della Quad, appositamente costruiti per collegare i diffusori elettrostatici (terminati a banana) e due cavi di infima qualità (quelli rosso-nero da due lire). La lunghezza dei Quad era di 3+3 metri, quella dei rosso-nero di 2+2 metri.

Tutti gli ascoltatori, nei quattro ascolti, hanno saputo correttamente identificare i cavi quad come meglio suonanti, in particolare nei brani dove c'era la riproduzione di una voce la differenza era notevole.

Una ulteriore (più breve) prova con un sintoamplificatore NAD 701 (al posto dell'amplificazione VTL) ha confermato questa differenza per tutti gli ascoltatori.

Al termine di questa prova possiamo affermare che i cavi, in effetti possono fare una differenza udibile. Sarebbe ora interessante sapere se la differenza tra i cavi quad (300 euro) ed altri cavi molto più costosi è così evidente, e per questo ci risentiremo presto.

Grazie per l'attenzione.

lunedì 26 novembre 2007

Oppo DV980 (200 euro) contro Rega Apollo (circa 1100 euro)

Cominciamo con le cose che faranno discutere, e molto.

Sfruttando il sabato di pioggia abbiamo ripetuto un esperimento fatto il sabato precedente, che ci aveva dato risultati un poco strani. Come si fa in un laboratorio quando un esperimento fornisce risultati sorprendenti, abbiamo semplicemente messo da parte i dati, e ripetuto il tutto partendo da zero. Poi abbiamo confrontato i nuovi dati con quelli precedenti.

Ebbene il risultato è stato confermato in maniera completa, a riprova che quando si fanno le cose con metodo, possono essere riproducibili.

Abbiamo ascoltato, alla cieca, i due CD player di cui sopra. Ambedue erano non modificati (tutto come uscito dalla fabbrica), l’Oppo ha alcune settimane, l’Apollo alcuni mesi di vita. Per quanto ne sappiamo entrambi erano in perfette condizioni. L’oppo è stato utilizzato nella conformazione Audio only (con HDMi escluso).

Nel primo esperimento, alla cieca, con quattro audizioni, tutti i partecipanti al test meno uno hanno preferito notevolmente l’Oppo. In entrambi gli ascolti di questo apparecchio, hanno trovato un suono più vicino al loro gusto di quanto non fosse quello riprodotto dall’Apollo. Uno di noi (tra parentesi, il possessore dell’Apollo) ha invece trovato i due suoni diversi tra loro, ma non ne ha preferito uno in particolare.

Quello che è da notare è che le differenze non sono fittizie, visto che tutti gli ascoltatori hanno distinto il suono dell’Oppo da quello dell’Apollo durante le quattro riproduzioni alla cieca.

Ritenendo sorprendente che un apparecchio da 200 euro risultasse migliore di uno da 1000, abbiamo ripetuto sabato scorso la prova. I risultati sono stati assolutamente identici a quelli del sabato precedente. La stessa persona che non aveva preferito uno dei due suoni, ha continuato a non preferirli. Gli altri hanno sempre preferito il suono dell’Oppo rispetto a quello dell’Apollo.

Vorrei fare notare che tutto è stato svolto alla cieca, e chi ascoltava non sapeva se aveva di fronte l’Oppo o il Rega.

Ovviamente questa prova (che vi scrivo velocemente, putroppo non ho tempo per ora di entrare in particolari) è legata ai gusti personali degli ascoltatori, ma mette in evidenza come – prima di acquistare un CD player – sia meglio giudicarlo con le proprie orecchie.

Mi permetto di aggiungere che il non conoscere il player che sta suonando rende il test più affidabile, rimuovendo una influenza psicologica sull'ascoltatore che può solo essere di disturbo.

La prossima volta vi racconterò la sfida tra l’Oppo ed il Rega Saturn.

Mi scuso per gli errori e per le omissioni, ma ho scritto queste cose di grandissima fretta.

venerdì 23 novembre 2007

Wadia 581s (16.000 euro) contro Irradio DVX120 (29,90 euro)

Da bravo uomo di scienza non ho alcun pregiudizio, e non do nulla per scontato.

Alcuni sostengono che tutti i CD player suonano allo stesso modo. In questo esperimento dimostriamo, tanto per cominciare, che non è per nulla vero.

Per farlo abbiamo paragonato il CD player Wadia 581s con un lettore di DVD-CD-bombe a mano Irradio DVX120 che uno di noi aveva nella camera del figlioletto, acquistato per la modica cifra di Euro 29,90 ad un supermercato Auchan. Abbiamo ascoltato l’apparecchio in chiaro e la differenza che potevamo apprezzare con il Wadia. ci sembrava notevole.

La risposta è stata evidentissima. Tutti gli ascoltatori, in tutti i brani, hanno sempre identificato correttamente il Wadia seppure ascoltassero senza sapere quale fosse il player che stava suonando. I voti non sono quindi stati assegnati. Come è ovvio, il risultato è stato statisticamente significativo. Vorrei fare notare che in nessun caso gli ascoltatori, alla cieca, hanno confuso i due apparecchi tra di loro.

Questo ci ha confortato nel nostro percorso. Se differenze ci sono, riusciamo a sentirle.

D’altra parte il prezzo di listino del Wadia è 535,11 volte quello dell’Irradio, e soprattutto colui che ha acquistato il Wadia (io) è stato molto contento che una differenza ci fosse, ed anche notevole.

Domani cominciano i “reportage” con dei clienti un poco più difficili, tra i quali il celebrato e famigerato Oppo DV-980.

Venanzio.

NOTA: quanto riportato esprime solamente i gusti personali dei recensori. Non si assume nessuna responsabilità per eventuali acquisti sbagliati, e si invitano i lettori a provare di persona prima di spendere soldi.

Materiali e metodi

Tutte le prove descritte in questo spazio, dove non espressamente indicato, sono svolte utilizzando il mio impianto alta fedeltà, che è utilizzato come riferimento.

L’impianto è composto da un CD player Wadia 581i, da un Pre VTL TL6.5 signature, un finale VTL ST150 e due diffusori ESL63, appena revisionati nella elettronica e nei pannelli. Gli apparecchi sono appoggiati su di un tavolino solidsteel largo e basso. Gli apparecchi che vengono provati sono appoggiati a terra, davanti al tavolino. I cavi di rete sono quelli forniti dalla fabbrica, i cavi di segnale che collegano CD, pre e finale sono dei MIT shotgun della lunghezza di un metro ciascuno, i cavi che collegano l’amplificatore alle casse sono i cavi a bassa capacità prodotti dalla Quad espressamente dalla casa madre, della lunghezza di 2 metri ciascuno.

La stanza dove si trova l’impianto è di circa 6 metri per 5, alta 3,30 metri, i diffusori sono disposti ai vertici di un ideale triangolo al centro del quale c’è un divano (modello Bastiano, a tre posti, ci si stringe) dove si siedono gli ascoltatori. Gli stessi posti vengono mantenuti durante tutta la prova. I diffusori sono distanziati tra loro di circa 3,50 metri, e sono distanti circa 1 m dalla parete posteriore, che è nuda, a parte un TV plasma al centro tra i due diffusori e dei quadri che si trovano più in alto, sopra l’altezza di 1.80 circa. L’ambiente è molto assorbente, considerato che le altre tre pareti della stanza sono coperte da una libreria in legno che contiene dischi, cd e libri.

Le prove vengono condotte nel seguente modo. Il volume viene normalizzato in maniera rude accendendo un PC portatile su di una scrivania che è nella stanza, collegando un microfono stereo a condensatore (di quelli piccolini) Sony all’ingresso “micro” del computer, e viene regolato in modo omogeneo utilizzando un programma che registra (total recorder) questo programma ha una sorta di VU meter digitale, ed il volume viene regolato prendendo questo come punto di riferimento. A questo punto, con l’impianto nella conformazione “nativa” vengono ascoltati i seguenti brani. Il primo è “pennies from heaven”, dal disco Chesky “Portrait”. Il secondo è “No Frontiers”, dal disco omonimo di Mary Black. Il quarto è il concerto per pianoforte n.1 di Chopin suonato da Wild, sempre Chesky (questo ultimo viene ascoltato per un paio di minuti), il quinto è I’ve got the music in me di Thelma Houston, in CD dal direct disc Sheffield.. Si decide arbitrariamente che questa valutazione è lo standard. (10)

A questo punto si inizia la prova. Davanti all’impianto viene posto una specie di siparietto che lo copre completamente, lasciando completamente liberi i diffusori ai lati. Una assistente (la mia gentilissima fanciulla) collega uno degli apparecchi da provare e noi, per ognuno dei brani, diamo un voto da 1 a 10 che determina il nostro giudizio complessivo sul suono. Ascoltiamo uno dopo gli altri tutti i brani, e poi la valletta (se mi legge sono morto) cambia i collegamenti, nel mentre noi ci distraiamo, e poi riascoltiamo i quattro brani, dando i nostri voti. Nessuno di noi ovviamente può parlare, e deve dare i voti in maniera indipendente. Alla fine di tutto la valletta ci svela l’ordine degli apparecchi (uno è sempre l’impianto “nativo) e noi elaboriamo i dati con un programma statistico. Riteniamo un apparecchio migliore o peggiore di un altro se la significatività dei dati è superiore a p=0.1.

Una particolare prova detta “soprano” viene fatta dal solo scrivente, ascoltando quattro volte un disco cantato da una soprano alla quale il sottoscritto è stato sposato. Conoscendo quella voce molto bene, viene dato un voto semplicemente si o no a seconda dell’accuratezza timbrica. Il tutto per quattro esecuzioni, alla cieca

lunedì 12 novembre 2007

Galileo Audiofilo

Da Galileo Galilei in poi il mondo intero accetta che venga utilizzato il metodo scientifico. Ovvero che qualunque fenomeno sia analizzato in modo corretto, e soprattutto riproducibile.

Ci sono tuttavia sacche culturali che non la pensano così. Una di queste è l'astrologia, un'altra le scienze occulte, ovvero maghi, produttori di talismani, fornitori di pozioni. Ma questo non ci stupisce.

Quello che invece stupisce tantissimo è che il metodo scientifico sia tenuto in grande dispregio nel campo della progettazione e della messa a punto degli apparecchi per la riproduzione della musica.

L’ascolto di un apparecchio è naturalmente soggettivo; ma in tantissimi casi si devono inserire in una valutazione scientifica elementi inevitabilmente oggettivi, e si riesce a farlo in modo tutto sommato affidabile. Quando si prova un farmaco contro le vertigini, le vertigini sono soggettive. Quando si prova un farmaco antiansia, l’ansia è soggettiva. Addirittura si prova un farmaco contro il dolore, e nulla più del dolore è soggettivo, eppure questo si può fare.

Al contrario, il sentire bene la musica, non si può oggettivare. Qualcuno vi dirà che si introduce uno stress psicologico. Evidentemente questi signori non si rendono conto che un malato di tumore, quando sente un dolore, teme che la malattia sia ripresa e che la sua fine sia vicina; eppure anche in queste condizioni si riescono a valutare gli antidolorifici.

Ma se si parla di musica, no.

Questo blog si propone di discutere di apparecchi per la riproduzione della musica in modo oggettivo. Chi scrive non sa nulla di elettronica. Però sa molto bene (lo fa per lavoro) come si organizza uno studio controllato che implichi alcuni giudizi soggettivi, ed ha amici con i quali si diverte ad ascoltare la musica, e che sono incuriositi da questo approccio originale.

Tutti i contributi saranno benvenuti.

Come in qualunque lavoro scientifico che si rispetti, indicheremo con precisione i “materiali ed i metodi” che utilizzeremo. Sappiamo benissimo che qualunque setting sperimentale ha dei limiti, in audiofilia come in medicina, e faremo il possibile per fare il meglio che possiamo con i nostri mezzi personali. Tutti i consigli che ci permetteranno di migliorare questo “setting” saranno molto graditi, ricordando però che un esperimento perfetto non esiste.

A patto che le condizioni minime di oggettività siano rispettate, saremo anche felici di ospitare esperienze di altri amici, critiche ed incoraggiamenti.

Quello che invece non troverà nessuna ospitalità è l’atteggiamento antiscientifico. Da queste parti, come nella scienza, nulla è scontato, e nulla è ovvio, a meno che non sia stato – seppur rudemente – dimostrato. Anche perché, come disse un filosofo antico, l’ovvio è l’ostacolo maggiore per il sapiente che cerca la verità. Si può discutere se questo approccio è sbagliato, ma è prevista solo la "sfiducia costruttiva": dove si afferma qualcosa non va bene, si deve proporre anche come correggerla.

Alcune precisazioni sono necessarie. Le opinioni e le esperienze espresse in questo blog riflettono esclusivamente i gusti personalissimi di chi scrive e di chi partecipa alla discussione. E’ ovvio che chiunque voglia acquistare un apparecchio citato in questo blog deve ascoltarselo e capire se i suoi gusti corrispondono con i nostri, cosa che potrebbe anche non essere vera.

Per ultimo, il promotore di questo blog ed i suoi quattro amici non hanno alcun interesse economico, per quanto vago, con la riproduzione del suono. Uno (il sottoscritto) è un professore universitario, altri due sono avvocati, un quarto è un architetto, il quinto come me medico e professore universitario. Tutti appassionati di musica, e appassionati di audiofilia, seppur con gusti molto diversi.