lunedì 12 novembre 2007

Galileo Audiofilo

Da Galileo Galilei in poi il mondo intero accetta che venga utilizzato il metodo scientifico. Ovvero che qualunque fenomeno sia analizzato in modo corretto, e soprattutto riproducibile.

Ci sono tuttavia sacche culturali che non la pensano così. Una di queste è l'astrologia, un'altra le scienze occulte, ovvero maghi, produttori di talismani, fornitori di pozioni. Ma questo non ci stupisce.

Quello che invece stupisce tantissimo è che il metodo scientifico sia tenuto in grande dispregio nel campo della progettazione e della messa a punto degli apparecchi per la riproduzione della musica.

L’ascolto di un apparecchio è naturalmente soggettivo; ma in tantissimi casi si devono inserire in una valutazione scientifica elementi inevitabilmente oggettivi, e si riesce a farlo in modo tutto sommato affidabile. Quando si prova un farmaco contro le vertigini, le vertigini sono soggettive. Quando si prova un farmaco antiansia, l’ansia è soggettiva. Addirittura si prova un farmaco contro il dolore, e nulla più del dolore è soggettivo, eppure questo si può fare.

Al contrario, il sentire bene la musica, non si può oggettivare. Qualcuno vi dirà che si introduce uno stress psicologico. Evidentemente questi signori non si rendono conto che un malato di tumore, quando sente un dolore, teme che la malattia sia ripresa e che la sua fine sia vicina; eppure anche in queste condizioni si riescono a valutare gli antidolorifici.

Ma se si parla di musica, no.

Questo blog si propone di discutere di apparecchi per la riproduzione della musica in modo oggettivo. Chi scrive non sa nulla di elettronica. Però sa molto bene (lo fa per lavoro) come si organizza uno studio controllato che implichi alcuni giudizi soggettivi, ed ha amici con i quali si diverte ad ascoltare la musica, e che sono incuriositi da questo approccio originale.

Tutti i contributi saranno benvenuti.

Come in qualunque lavoro scientifico che si rispetti, indicheremo con precisione i “materiali ed i metodi” che utilizzeremo. Sappiamo benissimo che qualunque setting sperimentale ha dei limiti, in audiofilia come in medicina, e faremo il possibile per fare il meglio che possiamo con i nostri mezzi personali. Tutti i consigli che ci permetteranno di migliorare questo “setting” saranno molto graditi, ricordando però che un esperimento perfetto non esiste.

A patto che le condizioni minime di oggettività siano rispettate, saremo anche felici di ospitare esperienze di altri amici, critiche ed incoraggiamenti.

Quello che invece non troverà nessuna ospitalità è l’atteggiamento antiscientifico. Da queste parti, come nella scienza, nulla è scontato, e nulla è ovvio, a meno che non sia stato – seppur rudemente – dimostrato. Anche perché, come disse un filosofo antico, l’ovvio è l’ostacolo maggiore per il sapiente che cerca la verità. Si può discutere se questo approccio è sbagliato, ma è prevista solo la "sfiducia costruttiva": dove si afferma qualcosa non va bene, si deve proporre anche come correggerla.

Alcune precisazioni sono necessarie. Le opinioni e le esperienze espresse in questo blog riflettono esclusivamente i gusti personalissimi di chi scrive e di chi partecipa alla discussione. E’ ovvio che chiunque voglia acquistare un apparecchio citato in questo blog deve ascoltarselo e capire se i suoi gusti corrispondono con i nostri, cosa che potrebbe anche non essere vera.

Per ultimo, il promotore di questo blog ed i suoi quattro amici non hanno alcun interesse economico, per quanto vago, con la riproduzione del suono. Uno (il sottoscritto) è un professore universitario, altri due sono avvocati, un quarto è un architetto, il quinto come me medico e professore universitario. Tutti appassionati di musica, e appassionati di audiofilia, seppur con gusti molto diversi.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Salve, sono un Appasionato,
interessantissimo l'esperimento! davvero interessante, qualcosina di statistica l ho studiata. Ma davvero poco. Potrei fare una domanda? Nel caso di risposta affermativa continuate pure a leggere altrimenti... pazienza. Quando vengono formulati i giudizi la dolce pulzella, delegata allo switching, esce dalla stanza? ha modo di comunicare ,(anche in maniera inconscia) con le cavie? (passatemi il termine)!
ci sono dei messaggi corporali che sono inconsciamente interpretati da tutti noi.
Resta comunque l'apprezzamento per l'esperimento... ribadisco interessante